la Casa del III Millennio
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"PORTAmivia" è il progetto con il quale abbiamo vinto il Concorso Nazionale "La Casa del III Millennio"
Premessa
Cercare di modificare e destrutturare la porta è l'idea alla base del progetto, realizzato utilizzando materiale di scarto proveniente da altri cicli produttivi. Il pannello che si ottiene può essere lavorato presso un centro di lavoro o passato dal laser per essere decorato, con varie tecniche.
Dopo che si realizza la struttura si può personalizzare la partizione interna e, in questa fase, decidere se preferire la trasparenza o la possibilità di utilizzare questo elemento per contenere, appendere, posizionare CD musicali, libri o piccoli contenitori chiusi, come pure piantine decorative. La porta diventa un elemento di continuità con gli ambienti e non più separazione. Nella parte superiore è addirittura possibile posizionare l'illuminazione, come se fosse una parete attrezzata. Naturalmente, questo nuovo concept introduce la possibilità di dotare il prodotto di un rivestimento a parete, per fornire un progetto completo.
Produzione
Per la realizzazione di PORTAmivia vengono riciclati liste di legno massello di varie misure - da 80 a 250 mm di larghezza e 300/500 mm di lunghezza con spessore di 6/7 mm - e tranciato di vari spessori - da 6/10 a 20/10 - in varie essenze, per rivestire un tamburato industriale, massellare i bordi e, attraverso vari cicli produttivi, realizzare un telaio in legno verniciato trasparente con olii, cere, balsami totalmente ecologici o - in altre finiture, a poro aperto o laccato - con vernici all'acqua.
Il pannello, dopo essere stato rivestito con il materiale nobile, può seguire due percorsi produttivi, il primo dei quali conduce al centro di lavoro, mentre il secondo passa per la lavorazione a laser. Con queste tecnologie avanzate si possono arricchire e personalizzare i manufatti, ottenendo così prodotti realizzati da materiale di scarto, ma non per questo di seconda fascia.
Il designer
"In un periodo di crisi, in cui la parola 'cambiamento' è d'obbligo in qualsiasi settore creativo e produttivo, definire il design è alquanto difficile.
Ma proprio perché nei momenti critici e instabili la società si modifica e cambia, si evidenzia in modo indicativo la produzione attuale dei manufatti. Voglio dire che oggi non esistono mezze misure, o si sceglie la strada dell'artigianato o la strada dell'industria, che però deve sviluppare progetti con reali vantaggi in termini di costo e prestazioni.
Quindi fare design, oggi, significa realizzare prodotti che offrano nuove funzionalità nel rispetto dei mutevoli modelli abitativi e sociali; non abbandonando mai la ricerca stilistica ed estetica, cercando una propria identità, uscendo dall'omologazione che il mercato propone. Ma non è solo questo, poiché mai come adesso si richiedono massima professionalità: credo che si debba aggiungere valore a un manufatto che spesso viene immesso e venduto sul mercato a costi veramente sproporzionati, senza averne la motivazione.
Credo che utilizzare quanto di meglio esista nel mondo artigianale e fonderlo con la tecnologia e i cicli di lavoro dell'industria possa essere una buona strada da percorrere. Naturalmente, solo chi conosce entrambe le realtà può condividere quanto sopra; la Toscana dovrebbe riflettere su questi concetti, poiché è una regione piena di eccellenze ma tutte isolate, poco aperte all'esterno".
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